La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane,
RILEVATO
che con le precedenti delibere di astensione in data 4 marzo 2017, 17 marzo 2017 e 12 aprile 2017 si sono denunciati i limiti della riforma del processo penale di iniziativa governativa, ribadendo la profonda contrarietà, già manifestata durante il lungo iter parlamentare del DDL e davanti alle Commissioni giustizia della Camera e del Senato, ad interventi disorganici e contraddittori e soprattutto la irragionevolezza ed incostituzionalità delle riforme della prescrizione e dell’istituto del cd. processo a distanza;
che con tali astensioni si è voluto altresì denunciare l’assoluta inammissibilità dell’uso della fiducia ai fini della approvazione del DDL trattandosi di uno strumento che sottrae al Parlamento ogni possibile confronto sui contenuti di una riforma che incide in profondità sull’intero sistema processuale e sui diritti e sulle garanzie dei cittadini;
che, nonostante la massiccia adesione alle precedenti astensioni, l’attenzione mostrata dai media e dall’opinione pubblica alle tematiche oggetto della protesta, e nonostante le molteplici adesioni del mondo dell’accademia e le convergenti critiche sollevate da diversi esponenti della politica nei confronti della riforma, il Governo non ha tutt’ora ritenuto di dare alcun segnale di attenzione, restando evidentemente fermo nella intenzione di ricorrere anche davanti alla Camera dei deputati al voto di fiducia, impedendo che sul disegno di legge si sviluppi la necessaria discussione sulle molteplici questioni tuttora controverse;
che occorre, in particolare, ribadire come il contenuto di tali riforme sia contrario, non solo agli interessi e ai diritti dei singoli imputati, ma anche alle legittime aspettative delle persone offese e della intera collettività, che esige, in un Paese civile moderno e democratico che i procedimenti penali abbiano una ragionevole durata e che la fase dell’accertamento dibattimentale venga posta al centro del processo penale, sottraendo la fase delle indagini preliminari all’attuale enfatizzazione e mediatizzazione, attuando e realizzando i principi del giusto processo, nel rispetto pieno delle garanzie dell’imputato e soprattutto di quelle poste a presidio del diritto inviolabile della difesa e della dignità stessa della persona, violate dalla estensione dell’istituto della partecipazione a distanza;
che di fronte a riforme che incidono in maniera diretta e penetrante sulla natura stessa del processo penale, distorcendo gravemente il modello accusatorio del giusto ed equo processo, appare necessario adottare ogni opportuna ed ulteriore iniziativa di protesta e di contrasto; che, ancora una volta, con il DDL di riforma della legittima difesa, disattendendo del tutto le indicazione dell’avvocatura e dell’accademia, si è operato un intervento legislativo sulla spinta di evidenti e pericolose pulsioni populistiche che non rispondono ad alcuna reale esigenza di tutela, risultando la legge in vigore, così come riformata con la legge del 2006, già ampiamente rispondente alle finalità di tutela che si intendono perseguire ed introduce, al contrario, all’interno della fattispecie criteri del tutto irrazionali ed ulteriori elementi di incertezza interpretativa ed applicativa;
CONSIDERATO
che devono essere qui ribadite tutte le ragioni di protesta e di contrarietà al disegno governativo indicate nelle precedenti delibere del 4 marzo 2017, del 17 marzo 2017 e del 12 aprile 2017; che il Governo deve essere richiamato alla responsabilità politica di riproporre il voto di fiducia anche davanti alla Camera, il che conferma il perdurare di un atteggiamento di inammissibile disprezzo nei confronti del dibattito parlamentare, unica garanzia di una approfondita e meditata valutazione di una riforma che contiene al suo interno interventi normativi che non solo deprimono le garanzie del processo, violando i principi costituzionali della immediatezza e del contraddittorio, ma anche la presunzione di innocenza e il diritto alla vita, nel disprezzo dei principi costituzionali e convenzionali;
che occorre abbandonare la via delle riforme del processo e del diritto penale disorganiche e non ispirate alla piena realizzazione dei principi del giusto processo, della ragionevole durata e del contraddittorio e sempre più spesso realizzate sulla spinta di artefatte spinte populistiche sulla cui onda irrazionale si finisce con l’introdurre all’interno dell’ordinamento pericolosi elementi di incertezza e di squilibrio;
DELIBERA
nel rispetto del codice di autoregolamentazione, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 22, 23, 24, 25 maggio 2017, invitando le Camere Penali territoriali ad organizzare in tali giorni manifestazioni ed eventi dedicati ai temi della riforma e del denunciato contrasto con i principi costituzionali e convenzionali della immediatezza, del contraddittorio, della presunzione di innocenza e della ragionevole durata, riservandosi di indire ulteriori manifestazioni nazionali sul tema delle garanzie e dei diritti processuali di tutti i cittadini, mantenendo pertanto lo stato di agitazione dell’avvocatura penale ed attivando ogni strumento comunicativo volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle forze politiche sul metodo e sul merito della riforma, ponendo in essere quanto necessario alla instaurazione di una immediata interlocuzione con il Governo;
DISPONE
la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli Uffici giudiziari.
Il Segretario Avv. Francesco Petrelli Il Presidente Avv. Beniamino Migliucci