La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane,
PREMESSO
che sin dal primo esordio parlamentare del DDL di riforma del processo penale questa Giunta ha segnalato la natura schizofrenica del progetto di riforma, che al tempo stesso introduceva modifiche capaci di mortificare in profondità principi e garanzie fondamentali, assieme ad altre che al contrario restituivano garanzie, correggendo addirittura – grazie anche al contributo determinante dell’Unione delle Camere Penali Italiane – recenti linee interpretative delle Sezioni Unite (come nel caso della limitazione dell’utilizzo del Trojan e del ripristino della oralità nei ricorsi avverso misure reali), o introducendo nuove inedite forme di controllo sui tempi di esercizio dell’azione penale (art. 18 del DDL);
che tali contraddizioni sono evidentemente il frutto di un approccio segnato dalla mancanza di un disegno organico, dalla totale assenza di una idea di processo, e dalla mancata individuazione dei suoi principi fondanti che, come tali, non possono essere al tempo stesso, qui demoliti e lì ripristinati, qui oggetto di tutela e lì gettati nel fango;
che l’Avvocatura, consapevole del proprio ruolo, ma anche della propria responsabilità, ha ritenuto necessario ed utile sviluppare ogni possibile interlocuzione con la politica, inducendo in più occasioni il Legislatore a rinunciare alla introduzione di inutili e pericolosi istituti e a rivisitare alcune modifiche del sistema processuale, anche respingendo proposte avanzate con forza dalla Magistratura e da quest’ultima fatte oggetto di pressante campagna mediatica soprattutto sul tema della prescrizione;
che allungare la prescrizione (attraverso lo sproporzionato aumento delle pene edittali ed attraverso gli irragionevoli meccanismi della sospensione) significa dilatare indebitamente i già troppo lunghi tempi del processo, violando la presunzione di innocenza, il diritto alla vita degli imputati e la dignità delle persone, mortificando l’interesse dell’intera collettività a conoscere nei tempi più brevi se un imputato è colpevole o innocente;
che è necessario, infine, svelare l’uso della prescrizione come un sapiente strumento attraverso il quale la Magistratura esercita un potere incondizionato sul processo, facendo quotidianamente della prescrizione un uso surrettizio e strumentale, esercitando di fatto una incontrollata ed arbitraria discrezionalità dell’azione penale;
che la proposta estensione del “processo a distanza” ai processi penali con detenuti, produce lo snaturamento del processo attraverso una pericolosa adozione di criteri meramente efficientistici che appaiono del tutto estranei alla natura democratica e liberale del modello accusatorio, ed in manifesta contraddizione con i principi costituzionali e convenzionali del giusto ed equo processo;
che solo un approfondito dibattito che coinvolga tutte le forze politiche potrà consentire quella difficile operazione selettiva, salvando ciò che del DDL ci sembra andare nel verso della tutela delle garanzie processuali, o verso una improcrastinabile riforma della intera esecuzione penale, contrastando l’eventuale recupero di ciò che va invece in senso contrario;
che la Politica si accinge, tuttavia, a fronte di scelte di straordinaria complessità, che non rilevano solo sulla configurazione futura del processo penale, ma anche sui destini di fondamentali principi democratici, alla gravissima scelta di porre la fiducia sul voto parlamentare del DDL sul processo penale, mortificando la necessaria discussione che possa condurre ad una eliminazione di quelle evidenti storture che l’Unione ha da tempo con forza denunciato;
che di fronte a tale dichiarata intenzione occorre ribadire come né il processo, né i diritti dei cittadini possono essere merce di scambio di alcuna contesa di potere, e tanto meno ostaggio di conflitti di natura elettorale;
che l’Unione intende intervenire con autorevolezza in questo grave momento di crisi e farsi artefice e promotrice di un reale cambiamento di rotta della politica giudiziaria, ponendo sul tavolo delle future riforme del processo penale il problema relativo alle scelte valoriali intorno alle quali riedificare il nostro modello accusatorio, ponendo altresì al centro di ogni riflessione sulla riforma della giustizia penale la imprescindibile necessità della riforma ordinamentale, ponendo in essere nell’immediato tutto ciò che appare necessario al fine di scongiurare una gravissima compressione
del dibattito democratico che mai si era in passato verificata adottando lo strumento della fiducia nell’ambito di una così vasta e complessa riforma nella delicata materia del processo penale, che coinvolge le garanzie di libertà costituzionali di ogni cittadino;
DELIBERA
nel rispetto del Codice di Autoregolamentazione, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 20, 21, 22, 23, 24 marzo 2017, invitando le Camere Penali territoriali ad organizzare in tali giorni manifestazioni ed eventi dedicati ai temi della riforma del processo penale indicati nella presente delibera, indicendo in Roma una manifestazione Nazionale per il giorno 22 marzo 2017, riservandosi di adottare ogni ulteriore iniziativa a difesa del processo e dei diritti e delle garanzie di tutti i cittadini;
DISPONE
la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli uffici giudiziari.
Roma, 4 marzo 2017
Il Segretario Avv. Francesco Petrelli Il Presidente Avv. Beniamino Migliucci